di Laura Maria Simeti
S.Angelo Muxaro (Ag) |
Un mix di storia antichissima, natura,
mito e sapori tradizionali: così ci piace in poche parole riassumere
la gita che l'Associazione Sicilia delle Meraviglie ha organizzato
domenica 20 maggio a S.Angelo Muxaro, nell'agrigentino.
È facile constatare quanto siano pochi
i siciliani che conoscono il paese e le sue attrattive turistiche.
Non si finisce per caso a S. Angelo, bisogna conoscerlo. La strada
non è delle migliori, e l'ultima parte del tragitto è tortuosa.
Questo non lo diciamo per scoraggiare chi volesse visitarlo, anzi, il
percorso è parte integrante dell'escursione stessa: i posti facili
da raggiungere non hanno certo lo stesso fascino di un paese di 1500
anime abbarbicato su una rupe scoscesa di 335 mt sul livello del
mare. In questo luogo di natura selvaggia si intrecciano mitologia e
storia creando dei percorsi turistici unici e suggestivi. Sulle
pareti di gesso cristallino della collina di Sant’Angelo, è
possibile visitare, infatti, un'immensa necropoli. Tantissime sono le
tombe rinvenute nel corso degli anni. Gran parte di esse sono di
forma rotonda a pseudo-cupola conica, detta “a Tholos” e
richiamano le costruzioni funebri principesche della Grecia micenea.
Fra queste tombe, noi abbiamo visitato la più monumentale, la
“Grotta del Principe”, formata da due grandi camere circolari
comunicanti; una anteriore molto grande (diam. m. 8,8) e la seconda
più interna e di dimensioni ridotte che presenta intagliato nella
roccia un lettuccio funebre. Proprio all'interno di questa grotta la
guida che ci ha accompagnato durante l'escursione, Pierfilippo Spoto,
ci ha raccontato della antica leggenda che vuole che qui fosse stato
sepolto Minosse e della storia dell'intero sito archeologico di
S.Angelo.
La necropoli del monte di Sant’Angelo
Muxaro rappresenta infatti la parte più esterna di un sito
archeologico molto più ampia. Essa assume una posizione tale da far
pensare ad una barriera insormontabile posta a protezione dell'area
di “Monte Castello”, sulla cui sommità pianeggiate gli studiosi
sono ormai concordi nel collocare la sede dell’antica e mitica
fortezza dei Sicani: Kamikos.
Tutto il materiale archeologico
riportato alla luce, durante i vari scavi effettuati nel territorio
santangelese, si trova oggi custodito nei musei di Sicarusa, Palermo,
Agrigento, mentre al British Museum di Londra si trova la coppa d’oro
decorata a sbalzi raffiguranti sei torelli a circolo.
Il nostro gruppo, quindi, ha avuto sia
la possibilità di visitare un sito archeologico, di estremo fascino,
ma anche l'occasione di passeggiare tra i vicoli del paese e
conoscere gli abitanti del luogo che organizzano per i visitatori
piccole degustazioni di miele, “pani cunzato”, ricotta e dolci
tipici.
A termine della
degustazione abbiamo avuto il piacere di incontrare un artigiano che
ancora intreccia le ceste e fa visitare il suo laboratorio a curiosi
e turisti. Vogliamo ancora una volta ringraziare Pierfilippo Spoto,
la nostra guida, e citare il suo impegno per promuovere il
territorio santangalese e portarlo alla conoscenza di tedeschi,
francesi e tanti altri. Pierfilippo è fondatore di “Val di Kam”
società impegnata nella promozione turistica del piccolo paese di S.
Angelo e delle sue bellezze naturalistiche e archeologiche. Dopo
un'infanzia trascorsa ad osservare le tipiche grotte, Pierfilippo
lascia il paese per portare a termine studi economici ma le sue
origini lo richiamano a fare qualcosa per il suo territorio. Le sue
idee turistiche inizialmente respinte da agenzie di viaggio locali,
che non credevano nelle attrattive di S. Angelo, adesso portano
quotidianamente turisti, per lo più stranieri, con cui lui stesso
organizza escursioni speleologiche e naturalistiche e a cui propone
attività collaterali come corsi di cucina, di lingua, degustazioni e
tanto altro. “Val di Kam” è sicuramente un esempio positivo di
valorizzazione e promozione del territorio siciliano che andrebbe
studiato ed emulato.
Vi invitiamo a
vedere il video realizzato nel corso dell'escursione dove avrete il
piacere di ascoltare Pierfilippo Spoto.
Molto interessante. Conferma quello che, "da straniero", ho sempre pensato della Sicilia: una terra prediletta dagli Dei; una terra ricca di bellezze naturali e storiche che sono delle miniere d'oro. Chissà perché ai siciliani non piace fare i minatori... Forse perché sono creature solari; di sole ce n'è quanto ne vogliono, e tanto gli basta...
RispondiElimina